Note di regia
Ora che "Il rigorista" è stato visto da migliaia di persone, ha vinto qualche festival ed è andato in selezione ufficiale in parecchi altri in tutto il mondo, voglio dire una cosa importante sul mio corto.
Come tutti i film che hanno qualcosa da dire, anche "Il rigorista", nelle mie speranze e intenzioni, ha diversi livelli di lettura.
Finora, quando mi chiedevano di spiegarli, mi sono sempre fermato, tendenziosamente, al penultimo.
Ovvero, all'analogia tra l'evento drammatico che nel 2009 ha cambiato il corso della mia vita e il calcio di rigore, ed a quella tra il mio drastico cambiamento di ruolo nella vita (da ingegnere a regista) e quello del protagonista.
Spingere oltre questo livello accettabile di percezione mi sembrava invadente, specialmente per un pubblico di ragazzi.
C'è però un ultimo stadio di interpretazione che per alcuni, che hanno trovato da soli la chiave, è stato lampante.
L'ultimo messaggio è sempre nascosto nel finale.
Aver usato colori caldi per i bambini e il b/n per il pubblico, "congelando" la tribuna dove tutti hanno uno sguardo vagamente assente, a parte la donna del protagonista, ha un significato.
Buona visione, a chi, incuriosito, vorrà guardarlo con occhi diversi.
Un abbraccio a tutti i miei estimatori.
Max